Breve guida per essere green anche nell’armadio.
Da tenere presente anche per il cambio stagione!
I love shopping! Certo, come tutti, ma amo anche l’ambiente.
Per troppo tempo abbiamo ignorato che la produzione dei nostri amati vestiti non è proprio green.
In tutte le fasi della produzione tessile, gli ecosistemi acquatici, terrestri e atmosferici subiscono danni ambientali duraturi: dal rilascio di gas serra nell’aria alla somma tra il trasporto globale e l’utilizzo di macchinari pesanti, che genera emissioni di biossido di carbonio, fino al rilascio di gas pericolosi, vari pesticidi e coloranti rilasciati nell’ambiente acquatico oltre all’enorme quantità di acqua utilizzata.
In questi anni sono state sviluppate diverse soluzioni, dall’innovazione tessile alle fibre, dai valori etici alla tracciabilità della filiera. Ne sono un esempio l’utilizzo di cotone biologico, la rivalorizzazione di fibre ‘povere’ della tradizione italiana come la lana rustica e il recupero di materie che altrimenti finirebbero inutilizzate nelle discariche.
Dalla filiera delle materie prime passiamo all’innovazione di processo, orientata verso soluzioni in grado di ridurre emissioni e limitare i consumi energetici e idrici. Anche in questo caso numerose soluzioni sono utilizzate da varie aziende come Canepa che, insieme al Cnr di Biella, ha sviluppato il progetto Save the Water che permette di ridurre fino a 12 volte il consumo di acqua, con tagli fino al 90% dell’utilizzo di elementi inquinanti.
La moda ‘green’ guarda anche all’innovazione di prodotto attraverso la realizzazione, ad esempio, di tessuti con scarti provenienti da altre filiere. Come Orange Fiber, start-up trasversale ai settori della moda e della cosmetica che produce tessuti multivitaminici dagli scarti degli agrumi siciliani.
Bello! Ma quindi io, nel mio piccolo, cosa posso fare?
Ecco qualche consiglio per un guardaroba più etico
Riparare.
La tua giacca preferita ha la fodera rovinata? Prima di buttarla, prova a chiedere ad una sartoria se è possibile ripararla o sostituire la parte rovinata… sembrerà nuova!
Comprare meno e meglio.
Ogni volta che compri qualcosa chiediti: ho veramente bisogno di 10 maglie nere molto simili? Magari posso comprarne una sola di qualità e le altre quando mi servono. Certo, togliersi lo sfizio ci sta, ma senza esagerare.
Brand sostenibili.
Prima di acquistare, cerchiamo di conoscere meglio il brand che stiamo acquistando, come si comporta nei confronti dell’ambiente e di chi lavora nella sua filiera.
Nuova vita ai vestiti.
Con piccoli particolari, ad esempio semplicemente cambiando dei bottoni, posso dare nuova vita ai miei vecchi capi, o a quelli ereditati dai nonni.
Scambiare, regalare, donare, vendere.
Se non vogliamo o non possiamo più utilizzare un vestito perchè per esempio non ci piace più o abbiamo cambiato taglia, non buttiamolo! Se il capo è in buone condizioni, possiamo scegliere tra tantissime alternative: venderlo (ci sono diverse alternative valide per vendere e acquistare capi di seconda mano online e offline), donarli ad associazioni di beneficenza che faranno arrivare i vostri abiti a chi ne ha bisogno (solo per fare un esempio: Humana ), regalarli ad amiche che sapete apprezzano il vostro stile, o fare degli scambi partecipando ai cosiddetti swap party.
Rental.
Perchè per eventi particolari, anziché acquistare un abito che già sappiamo che non metteremo mai più, non prendere in considerazione i servizi che affittano abiti? Provate a dare un occhio a Dress You Can
- Le fasi della produzione tessili stanno diventando green
- Cosa posso fare per sostenere una filiera green
- Riparare, comprare meno e meglio, conoscere i brand che acquisto, vendere, donare, regalare, affittare e NON BUTTARE!